Se fosse noia…

Un’amica si confida.

Chilometri che ci dividono, dove  scorrono parole che si aggrappano, raccontano, dentro la sua voce dolce e quasi sussurrata dove trema una paura.

Un genitore che fa piccoli passi, come se si nascondesse dietro ad una porta, a osservare, a raccogliere le lacrime che rigano il volto dei figli, conseguenze di quelle prime delusioni che si increspano, tagliano rapporti e anche un po’ quella fanciullezza spensierata, perché pare che in molti invece di essere bambini diventino dei lupi, godano a schernire gli altri, si nascondano dietro ombre da spacconi per far rabbrividire.

Si chiama bullismo.

Si chiama dolore.

Si chiama silenzio.

Quello in cui cade chi è preso di mira, un abisso difficile da capire perché può essere dura confidarsi, farsi capire, essere liberi.

Ed i volti si fanno sfuocati, grigi, i contorni scivolano nel ricordo. Sento un sapore di ferro, come una botta violenta che interrompe una bella passeggiata.

Un viaggio e un ritorno senza più nulla come prima.

Ero solo un’adolescente, fragile, sulle mie, non seguivo mode, mi piaceva così ciò che indossavo, dentro colori e una me che non aveva forme e solo tanta ispirazione.

Quelle lingue divennero lame, nascondevano e inventarono, divenni marionetta, mentre i fili stringevano i polsi.

Ed ero lontana da casa, dal mio rifugio, dalle mura della mia cameretta dove avrei potuto scrivere, liberarmi.

Ribellarmi su carta.

Un insulso ballo.

E non essere più come prima, schiacciata sotto quel pesante macigno di ignoranza e che io prima credevo fosse amicizia.

Il mio corpo iniziò a scappare, la testa tremava e non era più attenta.

Dove il cuore non riesce più a stare, il male prende il sopravvento.

Mi schiacciarono e lo vivi ancora meglio dopo.

Sparirono. Senza mai chiedermi che fine feci.

Sparirono ed ora sono volti confusi, sciolti, ma che in fondo fanno ancora male dentro quei ricordi che rimbalzano mentre questa madre mi racconta, si apre e non comprende come possano dei ragazzini così piccoli essere invece così cattivi.

Perché è cattiveria, non noia.

La noia non fa insultare, deridere, mentire.

La noia fa dormire, per poi sognare.

E quindi annoiatevi per inventare sogni, smettete di essere cattivi per rovinare la bellezza degli anni delle scoperte.

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2019-06-25T15:38:00+02:00