Papà resta con me!

Che giornata!

Non finiva più!

Parcheggio, spengo la macchina, faccio un respirone e finalmente sono a casa.

Prendo dal sedile passeggero il sacchettino con due ovetti per i miei bimbi e vado spedito verso la porta.

Stasera stacco, ho voglia di risate, di loro addosso, di calore.

Quanti passi lungo questo vialetto, quante volte ci ho seminato pensieri che credevo non avessero preso forma e quante paure!

Prima di poter stringere mio figlio, ci aveva bussato lo spettro dell’aborto.

E prima di avere nostra figlia ancora due volte.

Eravamo in bilico, come dirottati su un piano che vacillava.

Io che ho da sempre avuto il desiderio di diventare padre, forse forte anche dell’esperienza fatta con mia sorella più piccola di me di dieci anni, che in un certo senso mi ha forgiato. Non vedevo l’ora di creare un mio nido, di trovare colei che sarebbe stata la madre perfetta per i miei figli.

Perché ne sognavo cinque, rispondevo sempre quel numero alla fatidica domanda del “quanti figli vuoi?” 

E in qualche modo i miei figli sono davvero cinque!

Sento le voci da dietro la porta, mi stanno aspettando.

E io quanto tempo ci ho messo ad aspettare loro?

Le attese che spesso coincidevano con fiati sospesi, dolori, ma poi quei loro calci attraverso il grembo di mia moglie, quella gioia di poterli stringere, doni indispensabili per noi.

Io che purtroppo non riesco a godermeli come vorrei per via del lavoro che mi porta distante tante ore durante il giorno, ma ciò che abbiamo creato ha le basi solide di amore e complicità.

Mi piace portarli in luoghi nuovi, fargli alzare il naso e stupirsi dinnanzi alle cose che ci girano attorno, basta anche una gita fuori porta, delle risate, dei gesti nostri.

Un abbraccio, una battuta, un respiro calmo e la sera quelle coccole della mia piccola che mi prende il lobo dell’orecchio, un gesto che non vedevo molto di buon occhio, fino a che non è arrivata lei, lo ha sempre fatto, già da neonata e continua tutt’ora.

Forse è il suo modo di dirmi “papà resta con me!”

Li osservo nei loro modi, i loro profili, le loro scoperte.

Piccoli ma così curiosi e spero che non soffrano mai, che non conoscano mai certi dolori.

Faranno le loro esperienze, belle e anche brutte, ma è tutto parte del loro bagaglio, quello che porteranno dentro e forse un giorno racconteranno a chi doneranno fiducia.

Intanto io non posso fare altro che essere al loro fianco e… aprire la porta ora e vederli saltare di gioia per questo piccolo cadeau, che forse vale poco, ma sono i loro sorrisi che valgono la mia vita!

(Dall’esperienza di Valerio)

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2022-03-18T14:34:15+02:00