Non voglio scrivere di ricordi

Non voglio scrivere di ricordi, voglio raccontare.

Immagino la tue mani grandi dalle dita affusolate, con l’alveo dell’unghia ampio, sfiorare il tuo viso dove un velo di barba ne contorna gli anni trascorsi.

Immagino quelle stesse mani strette alle redini di un cavallo mentre ti rilassi durante i fine settimana non lavorativi.

Ti vedo sorridere alla guida della tua auto che per me sarebbe stata grigia, mentre il sole vola basso sul calare del giorno, mentre stai per raggiungere la tua donna per un aperitivo tra amici.

Disegno i tuoi passi e il tuo corpo da uomo mentre alzi il bicchiere per un brindisi ai tuoi trentuno anni, alle tue speranze, ai tuoi progetti.

Quella mano in alto, sopra i tuoi sogni, tutti in testa.

Sorriso, perché ti vedo sotto i tuoi lineamenti chiari, le gote rosee, i capelli corti dorati di estati in campagna e libertà, dentro i tuoi occhi azzurri e nella voce che se mi sforzo sento ancora.

Le tue esse strascicate, la lingua che leggera batteva sugli incisivi.

Anzi, non mi serve molto a ritrovarti.

Ci sei e basta.

Non voglio parlare di ricordi, mi hanno detto di vedere il futuro che indietro siamo capaci tutti a guardare, il davanti fa paura, non si sa se ci saranno curve o strapiombi o sentieri facili e spiagge sfarzose.

Ti immagino grintoso e superbo, mano nella mano alla vita, ai tuoi progetti, che rotei nervosamente il quadrante dell’orologio in attesa di una chiamata.

Ti vedo padre, orgoglioso, con tuo figlio sulle tue spalle larghe, al limite della tua altezza.

Ti sento. Sempre. E ti ringrazio.

Poso i fiori bianchi nel tuo angolino e scosto questa stupida lacrima.

Non doveva succedere lo sappiamo tutti, però tu gli anni li compi lo stesso, da sempre, nonostante quei diciotto anni altrove.

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2018-11-10T21:07:37+02:00