Nel desiderio

Il cielo ha calato il sipario.

Le luci che si rincorrono e poi si spengono oltre le finestre che vanno man mano chiudendosi.

Il volante che accarezzo sotto le dita e il buio che mi fa pensare.

Così alzo al massimo la radio e il rock mi schiaffeggia per togliermi dal solito dolore che mi graffia il cuore e la gola e pizzica agli occhi.

Cosa può diventare un uomo, se le uniche cose che lo rendono felice sono le mani calde dei suoi figli e la pace che raggiunge quando sente vibrare il motore della sua moto?

Entro in città mentre gli altri escono per divertirsi, è quasi una sorta di pace dei sensi, un abbandono nell’oscurità della notte, mentre le luci danno contorni ma non avvolgono le ombre, io penso e poi tolgo gli occhi dal passato.

Programmo quello che credo a volte di non avere più il coraggio di fare, perché una parte di me mi dice che alcuni sogni vanno solo disegnati da giovani e così mi sento ridicolo se provo a darmi uno sgambetto.

Saracinesche abbassate e sonni oltre le mura e a me resta il disturbo totale di un silenzio che mi corrode e poi la bellezza di un sogno fatto di un brivido oltre la nuca, braccia strette

alla mia vita, la mia schiena avvolta dal suo petto e il desiderio di correre verso una meta senza nome ma che su due ruote ci porti serenità e quello che io ora ho paura di acchiappare: l’amore.

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2019-05-02T16:51:02+02:00