Momenti per me, di me

Ancora qualche minuto sotto il getto dell’acqua calda, schiuma sulle braccia e il calore che si espande per la stanza come se fossi in una sauna.

L’inverno è anche questo, fa restare più a lungo nella doccia, fa scivolare di dosso i brividi di una giornata di corsa e mentre scalda la pelle, riporta frangenti di vita che non ricordavo più.

Allungo la mano e in modo furtivo mi avvolgo nell’accappatoio, il cappuccio in testa e mi asciugo.

Lo specchio appannato rimanda di me una sagoma sfuocata che abbassa la spugna bianca dal capo e ne ritrovo la mia chioma sgangherata, umida.

La testa di una medusa in resa!

Sorrido mentre ancora il vapore addensa il bagno e penso a mia figlia che vedrò domani, a lei che spesso fissa i miei capelli e si fa sempre una sana risata.

E ridiamo in due, come due allegre foche complici.

Due donne cresciute in anni diversi, dai caratteri opposti, rapporti a volte conflittuali per il suo essere un po’ spigolosa, ma unite da un legame indissolubile.

Lei che è stata per me un inno alla vita, un dono dopo un periodo duro, quando credevo che il mio fisico minato non potesse più dare alla luce un altro esserino.

Lei nata grande e perfetta, emotiva e ironica, la parte di me femminile che là fuori porta passi di cui sono molto fiera.

Mentre la parte di me maschile è e resta il salto più grande della mia vita.

Ero una ragazzina appena diplomata, lui che mi ha sorpreso sebbene lo abbia voluto fin da subito.

Siamo cresciuti così insieme, lui adesso ormai uomo, innamorato della vita e delle sue continue sorprese, mi irradia di sorrisi e io so ogni volta sentirmi nel luogo perfetto sapendo che lui c’è per l’empatia e fiducia che ci legano.

Il cammino mi ha spesso tolto persone importanti ma si sa che non si possono programmare certi addii, ma sulla mia strada ho due mani calde da stringere e da tenere sul cuore durante i momenti di nostalgia.

Sono fiera dei miei figli, dei loro percorsi, del loro essere coraggiosi e attenti.

Sullo specchio l’umidità si è dissolta quel poco che mi basta per cominciare a vedere il mio viso.

Stiro una ruga con le dita, allungo le guance, mi vedo ragazzina e poi donna.

Mi vedo sicura e sincera.

Madre e serena.

(Dall’esperienza di Daniela)

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2018-12-31T07:26:26+01:00