I pensieri vanno altrove

Cammino, le mani strette nelle tasche.

Il panorama mi fa perdere.

Scelgo una panchina e accendo la musica che scivola negli auricolari.

Guardo le montagne poco lontane, questo profumo profondo di silenzio.

“E’ da tempo che lo cerco questo tempo che mi manca…” e chiudo gli occhi.

Lascio andare le spalle e non vorrei essere da nessun’altra parte ora.

Alzo il volume, vado altrove con la mente.

Fino a che non ascolto per la terza volta di fila la stessa canzone. Le mani sono fredde e cerco di liberare tutto quello che dentro è bloccato, mentre una lacrima mi riga il volto.

Le palpebre non si aprono, sento che da parte a me si è seduto qualcuno.

Mi giro e sorrido.

Un signore anziano con un giornale che ricambia il saluto.

Cosa sono i sogni?

Vorrei chiederlo proprio a lui.

Magari ne sa più di me.

Aspetto che finisca il pezzo per l’ennesima volta e poi mi alzo, faccio pochi metri e mi poggio ad una ringhiera che dà su una villa, scatto un paio di foto e da lontano vedo un uomo che mi guarda.

Forse non potevo, rimetto il telefono in tasca e continuo a camminare, dopo qualche passo mi volto e lo vedo poco lontano, vestito di nero, gli occhiali da sole, le labbra disegnate con un pennello che credo di aver usato un tempo, quando la notte non riuscivo a prendere sonno.

Non può essere vero.

Continuo a camminare, non è vero che il destino ne capisce qualcosa.

Sono quasi nervosa.

E se mi fermassi?

Entro in una libreria.

Il mio rifugio, anche se di parole degli altri ne conosco davvero poche.

Ci sono altre persone che curiosano tra gli scaffali, scivolo in fondo e dopo poco lo vedo entrare, toglie gli occhiali e tremo.

Ci sono momenti che abbiamo sempre aspettato, è solo una storia, qui mi tremano le mani mentre ne prendo nota.

E lui si avvicina, si toglie anche il cappello, abbasso il viso e mi fisso le scarpe e sorrido, il mio cappotto cammello, i capelli che cadono ovunque e una casa poco lontana che ho sempre immaginato con delle finestre immense.

E se fossimo sempre stati uniti?

Mi è davanti e ride.

Piego la testa di lato per guardarlo meglio e sorrido come se non avessi altro da fare.

Lo sa che ero scappata da tutto per essere vicino a lui?

O è stato un caso?

Tremiamo in due, usciamo e ci stringiamo, la strada diventa un palco e balliamo stretti.

É bello e chi lo pensava che fosse stato dentro da sempre?

Profuma di me.

E non mi sono mai sentita migliore come ora.

Gli sussurro che lo amo, le mie labbra diventano le sue e poi chi se ne importa di tutto il resto?

Le differenze le vedono gli altri.

Tolgo le dita dalla tastiera, prendo respiro, mi passa davanti una fotografia.

O è una vita che purtroppo non posso vivere.

Chiudo lo schermo. I pensieri vanno altrove. 

E le mani si scaldano strette sotto le ginocchia delle gambe accavallate.

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2020-01-24T09:21:43+01:00