Un foglio bianco e Samuele Bersani nelle cuffie.
“Giudizi Universali”.
Porta così tante emozioni questa canzone.
“Liberi come eravamo ieri dei centimetri di libri sotto ai piedi, per tirare la maniglia della porta e andare fuori.”
E sono di nuovo qui dopo parecchio tempo a buttare giù pensieri su un foglio.
Come possono scorrere le parole oltre che in testa mentre inventano qualcosa che mai uscirà e nessuno leggerà.
Come scorre così il tempo di ciò che non è potuto accadere.
Dentro questi giorni fatti di canzoni che prendono un altro senso, tu arrivi a farti ricordare e ogni anno diventa un pò più pesante pensare che non ci sei più.
Ho deciso che non voglio avere rimpianti e così vado a prendermi le cose che possono poi mancarmi più in là, qualcuno lo chiama miracolo e io ho risposto che mi esce bene farli accadere, quelli nel mio piccolo, perché se ci credo poi posso sfiorarli.
Non farò mai pace con me stessa per non essere venuta almeno a buttare un occhio quel pomeriggio e quello non lo posso riparare, ho solo fermato di colpo il tempo, oppure lo hai fatto tu andandotene e quando dentro il caldo di questa stagione, scorrono i giorni e si avvicina quel primo agosto incendiano dentro mille emozioni che ormai non posso più quantificare.
Sono rimasta bambina per sempre lì, con quella maglietta rosa mentre fuori diluviava e non ho saputo salutarti, ecco perché ogni anno vengo a farlo nell’unico modo che mi esce bene.
Venticinque anni sono troppi.
Sono infiniti.
Ma lo era anche il giorno dopo quell’incidente.
Non doveva succedere lo sa chiunque, come non doveva succedere per altre persone.
“Ci sono stati dei momenti intensi ma li ho persi già”
Poi di colpo arrivano e si fanno sentire così forte sulle ossa che ti pare scricchiolino e non è questione di età, ma di una sensibilità che riesco a reggere solo io.
Anche se pesa non la scaricherei mai.
Alzo gli occhi al cielo che si trova oltre la finestra e vedo le nuvole così leggere.
Cosa non hanno capito tutti quelli che sotto a quella magia distruggono le vite? Cosa non hanno capito quelli che restano indifferenti a tutto? Gli egoisti. Gli infami.
Cosa non hanno capito quelli che non guardano oltre i loro interessi diventando aridi?
Hanno dimenticato tutti di come era essere bambini.
Tutti.
“Sono una nuvola e tra poco pioverà”
E’ così.
Potessi lavare via anche solo una minima parte di queste brutture…
Porto dentro al cuore un amore forte che resta incastrato dentro agli occhi e lo rifletto in tutte le cose che mi sorprendono.
Mi dispiace che tu non abbia mai potuto viverla una cosa del genere.
Ho paura di dimenticarmi di un volto in particolare, ma poi penso che non ho mai dimenticato il tuo dopo tutta questa vita senza di te.
Contagocce dentro. Sentimenti che si sciolgono su membrane che tremano.
Ti immagino fermo a quel bivio e ogni volta che passo di lì provo a immaginarti uomo.
Cambia la musica qui, chissà quella che avresti ascoltato mentre tornavi a casa dalla tua famiglia, picchiettando le dita sul volante e sorridendo al cielo.
Se non smetterò mai di dimenticarmi di te, tu non morirai mai veramente, lo so.
Non ti dirò mai addio, perché io sono fatta per gli arrivederci.
Mi hanno detto che le cose finiscono, io non lo penso, le cose cambiano al massimo e tu sei andato altrove. Non è vero che non ci sei più.
(Qualche giorno prima di quel primo agosto che mi toglie il fiato ogni anno da venticinque anni. Ciao Francy, come sempre. Stavolta con “Giudizi Universali” di Samuele Bersani come sottofondo)